domenica 5 luglio 2015

Pareti che si chiudono...

Pareti che si chiudono, davanti ai tuoi occhi. Davanti una cena povera, non per soldi, ma per un'accennata e tentata dieta. Questo piatto bianco, quasi spoglio, che contrasta con una tovaglia d'altri tempi. Tutta colorata, ma di colori che appaiono tristi. Ai tuoi occhi, che contengono tristezza.

Non riesci neanche ad alzare lo sguardo, perché sai che le pareti non faranno altro che peggiorare questo umore, che tu non riesci proprio a far passare. E lo sai che la parete, che le pareti di questa stanza, sono bianche come bianco è il piatto. Rime infinite ed echi di tristezze, che appaiono in pochi secondi, in pochi attimi.
Quali facili stimoli accendono in te, questo umore che rende grigia anche la più assolata giornata estiva. E quali impossibili, ed infiniti, stimoli, hanno la capacità di riportarti alla vita, alla gioia, alla forza, a quell'entusiasmo che esiste anche nella più assolata giornata estiva.
Forme incredibili della mente e del pensiero. Labirinti che rendono misterioso qualsiasi avvenimento sia risposto dietro l'oscuro angolo.
La vita si fa imprevedibile, in una disposizione troppo potente e troppo multiforme e questo rende faticoso il tempo che passa, le immagini che scorrono.
Pareti che si chiudono, in istanti velocissimi di solitudini sconfinate. Dove il mondo è rinchiuso in una mente, e dove una mente racchiude tutto il mondo. Infiniti del nulla, e non della ricchezza.
Pareti che si chiudono, come le parole che s'attardano, fino a non uscire più. Fino a non trovare più alcuna strada verso l'esterno. E la chiusura, fra queste pareti, che neanche troppo lentamente si stringono, diventa sempre più temibile. Sempre più vicina a farti sentire schiacciato, nella solitudine che la tua stessa fantasia ha prodotto. Senza neanche mai sapere se, in quelle immaginazioni, ci fosse stato o meno, qualcosa di reale.

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